venerdì 11 luglio 2014

I Relitti dell'ex-Grand Hotel P.

Spesso si sente parlare di "morte del turismo". Ebbene la nostra continua e dinamica ricerca ci ha spinto sin verso il confine italo-svizzero e questa volta possiamo proprio dire a gran voce che ci siamo trovati davanti ad un vero e proprio cimitero del turismo: un Grand Hotel abbandonato da immemore tempo. Un vero e proprio colosso di mattoni derelitto. Non un caso isolato ma uno dei tanti che, soprattutto nelle regioni alpine italiane, ormai diviene triste e attualissima consuetudine. 



Già dall'ingresso, è stato possibile constatare lo stato di rugginosa incuria in cui versa la struttura:

Certo l'entrata ci è parsa come un chiaro monito di stare alla larga da quel luogo, per la serie lasciate ogni speranza o voi che entrate. Ed invece ad accoglierci un' inaspettata presenza animale: le capre, che però in questo caso non ci hanno fatto "Ciao" come con Heidi ma se la sono data a zampe levate. Qui oramai le uniche visitatrici e non tanto occasionali sembrano essere loro. Di certo il cibo non scarseggia!


Per chi non lo sapesse, la capra, in araldica, è stata assunta a simbolo di fatica, di pace, di indulgenza e spirito di adattamento grazie ai quali è l'animale per eccellenza capace di vivere e riprodursi sui terreni impervi e riarsi. Simbolo di vita e fertilità. Presente nei miti e nelle leggende più antiche: la capra Amaltea che nutrì Zeus, nascosto dalla madre nell'isola di Creta per proteggerlo dal padre Crono che divorava i figli; sacra a Dioniso, tanto che i grandi poeti ottenevano come premio per le loro opere migliori un capro; in India è considerata tuttora la madre del mondo; il carro del dio del tuono Thor era tirato da due capre e si potrebbe andare avanti così a citazioni....
Il dio Thor e il suo carro.



Basphomet






E che dire poi della sdoganata figura di Baphomet, l'enigmatico emblema con la testa di capra, che si ritrova in diversi esempi nella storia dell'occultismo. Qui alla capra viene attribuita un'accezione negativa, sovente associata a Satana.


Certo qui l'idea dell'albergo lussuoso lascia il tempo che trova......


La struttura si presenta in forte stato di degrado e alquanto pericolante. Numerose le buche nei pavimenti e nei muri. Ci siamo trovati sospesi su di un instabile e precario equilibrio.



Le uniche tracce di vita, se così possiamo definirle, sono rappresentate dai migliaia di sferici pallini plastici sparati dalle Air Soft Gun. Questi luoghi, stiamo sempre più constatando, sembrano essere le mete preferite per essere utilizzate come campi da gioco per i praticanti del softair.


Quel che resta di una partita del "difendi e distruggi" !!!


Camminare e muoversi all'interno dell'edificio non è stata assolutamente una profumata esperienza: il forte odore di escrementi caprini non ci è stato certo di aiuto e vi possiamo assicurare che non è stato affatto facile evitare i conati di vomito. Ci è sembrato di assistere ad una metamorfosi in tempo reale, quasi alla Silent Hill, però in questo caso da grand hotel a stalla. Ancora adesso, il solo pensiero del maleodore respirato riesce a scuoterci lo stomaco :-(



La muffa sulle mura è una constante. Ghiotta di umidità qui è continuamente approvvigionata.


Nulla è però in grado di fermare le bombolette spray e le corrose mura vengono utilizzate al pari di fogli di carta e display di smartphone su cui veicolare messaggi di vario genere...



Eppure è ancora possibile scorgere e assaporare la bellezza di tale luogo, soprattutto osservando gli affascinanti particolari degli esterni quali i colonnati e i balconi:






Anche all'interno siamo stati colpiti da alcuni particolarità, quali la scalinata dotata di montascale per disabili



L'altare in marmo, tutto sommato ancora in buono stato, vista la preziosa ghiottoneria che tale materiale costituisce per i ladri dotati di scalpello.


Il bagno con le due vasche, alquanto inquietanti. Le classiche vasche da suicidio con taglio delle vene dei polsi, brrrrrr...... E dobbiamo ammettere che una certa fredda inquietudine l'abbiamo provata.


Che dire poi di queste scale che ci hanno fatto venire in mente le xilografie e le mezzetinte di Maurits Cornelis Escher. Ci è sembrato proprio di trovarci in una delle costruzioni impossibili dell'artista olandese, le famose scale.



Le scale di Escher
Rampe di scale sottili e friabili come crackers che salgono e scendono ......

 Giochi di porte e finestre......



Una veduta dello stato in cui versa il retro della costruzione: ci è sembrato di trovarci immersi in uno scenario post-bellico, quasi apocalittico.


Provando a chiedere ad alcuni anziani incontrati nella piazzetta del paese non sono stati neppure in grado di fornirci alcun tipo di informazione su tale luogo, neppure ne conoscevano l'esistenza. Ma come è possibile non essere a conoscenza della presenza di una struttura così imponente distante appena un paio di km?
Sembra proprio che ci troviamo di fronte ad un caso di reietto urbano, un emarginato dell'architettura, dell' accoglienza turistica e della società. A noi non resta che il ricordo di questo Grand Hotel che giace nella solitudine più arborea, dietro una moltitudine di abitazioni di recente edificazione. E' l'eterno paradosso dei due lati della stessa medaglia: da un lato poggia il vecchio, l'antico, la fatiscenza, la decadenza, il ricordo dei fasti splendori mentre dall'altro poggia il nuovo, l'attuale, il progresso, l'innovazione, la speranza del futuro imminente prossimo. Ricordiamoci però che il futuro si costruisce sulle rovine del passato. Buona vacanza dall'ex-Grand Hotel!




CHIUSO PER FERIE FORZATE

Arrivederci a .........

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