venerdì 19 settembre 2014

La fu Colonia Montana

Il silenzio intorno a noi é rotto solo ed esclusivamente dai nostri passi che scricchiolano su piastrelle. Le suole delle nostre scarpe si posano lentamente sull'erba. Camminiamo molto cautamente per non fare il minimo rumore eppure sembra tutto inutile: il silenzio intorno a noi si rompe....
I nostri passi iniziano ad adagiarsi su pezzi di vetro infranti e di conseguenza uno scricchiolio inquietante. Il tutto ci appariva insieme repellente e follemente squisito.


Inizia così la nostra avventura nei pressi di una ex-colonia montana situata al confine italo-svizzero in compagnia della nostra amica M. Oggi proprietà del Ministero del Tesoro, in attesa di essere forse un giorno riqualificata ma attualmente in avanzato stato di degrado, in balia di avventori aventi i fini più disparati. 

Si struttura su quattro livelli ben distinti:

1) I SOTTERANEI
2)IL PIANO TERRA
3-4) DUE PIANI SUPERIORI

Iniziamo subito col dire che una volta varcata la porta d'ingresso ci siamo immersi in un'atmosfera al limite del reale. Per tutta la durata della nostra visita ci è sembrato che il tempo, per un paio di ore, si fermasse. 

Il primo piano che si incontra è il piano terreno, sicuramente il più vissuto di tutti. Nelle stanze attraversate ci siamo trovati davanti distese di banchi ancora in rigoroso ordine....


Navigando su internet abbiamo trovato anche una foto della colonia scattata nello stesso nostro punto molti anni fa, impressionante la differenza! A voi giudicare....



Tra gli innumerevoli banchi però spiccano anche altri oggetti che hanno catturato il nostro interesse: un'aspirapolvere verde acqua oramai arrugginita, un vecchio flipper sciupato e impolverato, un veterano calcio balilla, birilli e palle da bowling deperiti .....





La morte del gioco....
Sentirsi soli nella solitudine

E poi loro, le scarpette rosse. Ci hanno subito ricordato le famosissime scarpette indossate da  Dorothy Gale, interpretata da Judy Garland  nel celebre film Il mago di Oz, considerato un classico  della storia del cinema. Ma i poteri magici delle scarpe qui si sono esauriti e oramai restano solo uno dei tanti souvenir disseminati qua e là. 


Scena tratta dal film Il mago di Oz del 1939



E d'obbligo qui ricordare anche la celebre fiaba di Hans Christian Andersen, Le scarpette rosse, in cui una figliastra non riusciva a smettere di ballare nelle sue scarpe rosse incantate e il film horror coreano del 2005 The Red Shoes che dalla stessa fiaba si è ispirato.

Già percorrendo le stanze del piano terreno è chiaro che la colonia è stata colpita da svariati atti vandalici ed è il luogo scelto come campo da gioco per il softair. Tutto è pero evocativo, ci è venuta una irrefrenabile voglia di metterci a giocare. Tutto parla, ogni oggetto custodisce gelosamente la sua storia. Tutto è così paradossalmente silenzioso e sonoro allo stesso tempo.


Che dire poi della cappella, con un altare e un confessionale che da soli meritano la visita. Le vetrate sono in grado di regalare degli straordinari giochi di luce.




Qualcuno si offre volontario per confessare i propri peccati?


Eccolo laggiù il piccolo presbiterio con tanto di altare e tabernacolo.

Vicino ad uno dei due lati dell'altare si intravede la porta che conduce alla sagrestia, dove non resta che qualche traccia dei fasti tempi in cui in essa venivano conservati i paramenti liturgici e tutti gli oggetti sacri necessari alla liturgia.

Particolare decorativo della piccola volta a forma di semicupola che copre l'abside.

Molto suggestive le tende squarciate con le croci ricamate.




Nei sotterranei non c'è più molto. Le uniche cose che si trovano in abbondanza sono la polvere e le grovigliate ragnatele.  Menzione speciale per la zona lavanderia con tanto di lavatrici e la mastodontica stiratrice.


Molto affascinante la stanza in cui abbiamo trovato una serie di banchi disposti in modo circolare con tanto di abaco, o meglio nella sua variante più moderna di pallottoliere. Ricordiamo che l'abaco è il primo strumento usato per i calcoli sin dal 2000 a.C. in Cina.
Curiosità: il termine abaco deriva dall'ebraico "polvere". Che dire qui di polvere ne prende tanta!


Passiamo poi ai piani superiori. Il primo dei due livelli sopraelevati potremmo chiamarlo il "deserto dei letti": distese di letti che riposano immobili, rigorosamente in ordine, in perfetto stile collegiata.





Le infiltrazioni d'acqua stanno facendo vedere i loro effetti e per i poveri letti più esposti l'avanzato stato di marciume è oramai inarrestabile.


Ad un vasto numero di letti corrisponde un altrettanto vasto numero di armadietti.


Nello stesso piano si trovano anche l'infermeria e le cucine.
L'infermeria è tutto sommato ancora ricca di particolari. All'interno è possibile trovare ancora molto: il lettino da visita medica (alquanto inquietante) e le diverse scafalature dove riporre i medicinali. Assenti all'appello solo gli immancabili paravento a tre ante e la bilancia pesapersone con tanto di statimetro, onnipresenti nelle infermerie.


Disposti sullo scaffale abbiamo trovato tra le tante cose una confezione di Lysoform greggio (il disinfettante non velenoso che ostacolo le putrefazioni ed elimina i cattivi odori e che in soluzioni dal 12% al 15% è in grado di uccidere tutti i microrganismi delle comuni infezioni intestinali), una lattina di citrosodina e un barattolo di pomata di ammonio solfoittiolato in concentrazione del 10%, che, informandoci a posteriori, abbiamo scoperto essere un unguento di origine naturale, dal caratteristico colore nero-bruno, utilizzato per medicare piccole infezioni cutanee quali acne, ascessi e ulcerazioni superficiali della cute.




Trova l'intruso. Un oggetto tra quelli presenti nella foto sottostante non dovrebbe normalmente trovarsi su un tavolo di un'infermeria. Aiutino: spruzza colore in formato gassoso.


Dall'infermeria passiamo alle cucine dove abbiamo trovato di tutto e di più: un enorme tritacarne elettrico con tanto di tricolore a fargli compagnia, un frigorifero in perfetto stile Ghostbusters, stoviglie e vecchi fornelli elettrici.



Adiacente alle cucine si trova un'immensa dispensa, con tanto di armadietti e cassetti catalogati.








Nell'ultimo piano della struttura vi sono altre camerate di letti e le stanze di chi presso la colonia ci lavorava. Anche in questo caso l'ordine riesce a regnare sovrano nonostante l'incuria. Sembra che tutto si trovi ancora così come è stato lasciato.





Un leitmotiv ricorrente sono stati i tanti documenti sparsi qua e là in tutte le stanze, più o meno decifrabili e poi ancora preghiere, cartoline...



Questo luogo è stato una vera fonte di ispirazione. E' stato praticamente impossibile scegliere cosa fotografare poichè tutto, ogni più piccola cosa, avrebbe meritato uno scatto. Altrettanto difficile è stato scegliere cosa includere nel post e cosa no. 

Ecco una carrellata di scatti molto significativi per noi che ci hanno regalato emozioni a tutto tondo: dalla sensazione di gioiosa e colorata vitalità, passando per la surrealtà, l'allucinazione per poi finire con la cupa malinconia. La cosa significativa è stato che nonostante il contesto livido e claustrofobico siamo riusciti a ritrovare quella sensibilità acuta e profonda. 


Chi di noi non è mai stato messo in castigo almeno una volta?















Come dimenticare la visione allucinata regalataci dai bagni!




Termina qui il nostro percorso in questa vecchia colonia. Per tutta la nostra permanenza ci siamo ritrovati avvolti in un'atmosfera avvolgente e benevola. Nel nostro piccolo speriamo di essere stati in grado di valorizzare questo luogo di indiscusso valore culturale e sociale. Chissà cosa ne resterà?

Per ora vi lasciamo con questa immagine, alquanto esplicativa dello stato in cui versa attualmente la fu Colonia Montana. 



 "Non si vede bene che con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi."

                                    cit. Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe





Nota: 
Per fare queste foto e scrivere questo post ci siamo addentrati con il solo ed unico scopo documentaristico. Non sono stati effettuati atti di vandalismo, sottrazione impropria o qualsiasi altra attività che non fa parte del nostro modo di agire. Il luogo è stato visitato con il pieno rispetto e con la massima attenzione. 



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